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PRIMA PARTE: Il Coronavirus COVID19: un nemico creato da noi?

PREMESSA

Conoscere la verità è fondamentale e strategico per affrontare con efficacia ed efficienza qualsiasi emergenza o problema.

 

Purtroppo non sempre è facile conoscere la verità, soprattutto quando ci sono molti interessi in campo. Non è un caso che il grande statista Winston Churchill, ha detto “La verità è così preziosa che bisogna proteggerla con una cortina di bugie”.

 

Abbiamo già tante conoscenze, derivanti dalle varie frontiere della ricerca, che dimostrano che in ogni essere umano esistono delle forze più potenti di qualsiasi farmaco. In ogni individuo c’è perfino un’energia superiore a quella scoperta dai fisici all’interno dell’atomo.

 

Per far emergere queste incredibili risorse e potenzialità, bisogna sapere, prima di tutto, che esistono e, poi, bisogna conoscere le condizioni che permettono il loro sviluppo.

Queste condizioni sono l’esatto opposto di tutto ciò che sta avvenendo intorno a noi con l’emergenza Covid19.

 

I provvedimenti governativi che sono stati presi se, da un lato, riducono la probabilità di trasmissione del virus, dall’altro, determinano la riduzione dei meccanismi di difesa dell’organismo, compresa la riduzione della funzionalità del sistema immunitario.

 

Non bisogna nascondere alla gente che la prima e vera barriera più potente alla diffusione di una epidemia, dovuta a un virus patogeno, come il coronavirus Covid19, è rappresentato da una popolazione sana con un sistema immunitario efficiente. Certo questo non impedisce di infettarsi (cioè di venire a contatto con il virus), ma fa restare sani, perché impedisce di ammalarsi e, soprattutto, impedisce di avere un esito della malattia negativo.

 

Siamo tutti esposti, fin dal concepimento, a virus, batteri, funghi, vari microrganismi patogeni e, perfino a sostanze cancerogene, ma non tutti ci ammaliamo. Non è certamente dovuto al caso, un motivo c’è sempre.

 

Al contrario, una popolazione con un sistema immunitario compromesso è la prima condizione che spiana la strada alla diffusione delle epidemie e delle malattie.

 

Sembra che queste conoscenze non interessino agli “scienziati” che vengono consultati dai decisori politici, che, spesso, non hanno nessuna esperienza clinica. Purtroppo quanto detto sembra non interessare nemmeno i politici e i mass media.

 

Forse perché con la vera prevenzione, non solo, non si fa business, ma, soprattutto, si colpiscono potenti interessi economici, che potrebbero crollare come giganti con i piedi di argilla?

 

Sembra che chi orienta i decisori politici non conosca l’eziopatogenesi delle malattie infettive, cioè quelle che sono le condizioni che permettono agli agenti infettivi di esercitare i loro effetti patogeni. Non è, infatti, sufficiente il contatto con un agente patogeno (Covid19 o altro) per l’insorgenza della relativa malattia o per la sua eventuale diffusione epidemica. Perché questo accada servono una serie di altre condizioni che vengono studiate dalla cosiddetta eziopatogenesi.

 

Sembra, inoltre, che non conoscano nulla della medicina olistica, cioè delle conoscenze derivanti dalla visione dell’essere umano a 360 gradi, cioè in tutte le sue dimensioni, non solo, quindi, nella sua dimensione biologica.

Quanto contano, ad esempio, le emozioni, gli affetti, gli stati d’animo?


Le decisioni non adeguatamente informate, conseguenzialmente, sono sicuramente molto meno efficaci e molto meno efficienti.


Non è difficile constatare che il sistema immunitario e le capacità di difesa delle popolazione sono gravemente compromesse – creando come, già detto, il terreno favorevole per la diffusione del virus – dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, da un’alimentazione completamente errata (basta osservare, nei supermercati, cosa la maggioranza della gente mette nei carrelli), dalla paura, dallo stress, dalla depressione e dall’abuso farmaceutico.


Secondo i dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ci sono oltre 300 milioni di depressi nel mondo (si! Hai capito bene: 300 milioni) e oltre 800 mila suicidi ogni anno.


Le ansie, le paure, gli stati d’animo negativi, spesso provocati da giornalisti inconsapevoli di queste dinamiche, sono, molte volte, più nocive dello stesso coronavirus.


Bisogna partire dalla consapevolezza che nessuna malattia e, soprattutto, nessuna epidemia e nessuna pandemia nascono per caso. I mass media, ad iniziare dalla Rai, invece di promuovere prodotti, valori , alienazioni e culture patogene, dovrebbero educare e spiegare alla gente le cause delle malattie, perché esse non capitano per caso.


Non esistono cause senza effetti e non esistono effetti senza cause.


Comprendere le cause fa parte della strategia di risoluzione radicale del problema.


Ciò che non si comprende è destinato a ripetersi.


Il vero problema da risolvere, non è l’effetto, è la causa. Certo bisogna anche risolvere l’effetto, e l’emergenza da Covid19, indubbiamente, si risolverà, purtroppo con alti costi sociali, sanitari ed economici, dovuti soprattutto a scelte non adeguatamente informate.


Il principio di base è “rimuovi le cause e rimuoverai gli effetti o, comunque, renderai molto più facile un percorso di guarigione” . Se non si segue questo percorso, oltre ad essere meno efficaci ed efficienti, persistendo le cause, saremo costretti a subire gli effetti, con altri protagonisti ed altri scenari, forse anche più gravi.


Qual è quindi il rischio di concentrarsi “solo” sulla terapia e su un’eventuale vaccino (in cui credo veramente poco, considerata la capacità di mutazione del coronavirus), trascurando le cause? il rischio è semplicemente quello non tanto di cronicizzare il rischio, quanto di aspettarsi e prepararsi per una nuova prossima epidemia o pandemia con un nuovo agente patogeno (virus od altro) forse anche più virurulento, cioè con più alto potere patogeno.


Se agiamo, invece, sulle cause, facciamo prevenzione vera e risolviamo il problema a monte.

Il vero nemico, come spero di far comprendere, non è il nuovo Coronavirus. Il vero nemico è tutto ciò che ha determinato la nascita e la diffusione del Covid19.

Dalla Sars al Covid-19, cosa insegnano le epidemie del recente ...

PERCHÈ SEMPRE PIÙ EPIDEMIE?


In merito alla nascita di questo nuovo virus, Covid19, sconosciuto fino a pochissimo tempo fa, esistono due ipotesi.


La prima ipotesi è che sia stato costruito in Laboratorio con tecniche di ingegneria genetica. La seconda ipotesi ugualmente possibile è che il coronavirus Covid 19 sia un nuovo coronavirus proveniente da una fonte animale, si dice il pipistrello, che ha fatto spontaneamente, in natura, il così detto “salto di specie”. Il virus mutato ha così acquistato la capacità non solo di infettare l’essere umano, ma anche di trasmettersi da uomo a uomo.


Quello che è certo è che, comunque, ci troviamo a che fare con un nuovo agente (virus) geneticamente modificato (Covid-19).


Non è la prima volta che si realizza un “salto di specie” da un animale all’uomo, attraverso, naturalmente, la nascita di virus geneticamente modificati.


Questi fenomeni negli ultimi decenni si susseguono ad un ritmo sempre più veloce, ed alcuni sono stati anche responsabili di epidemie conosciute: Sars (Sindrome respiratoria acuta severa) nel 2002, Influenza suina nel 2009, la Mers (Sindrome respiratoria Mediorientale) nel 2012, l’Ebola nel 2014 ed ora Il Covid-19.


Sembra che questi campanelli di allarme siano rimasti inascoltati.


Forse è arrivato il momento di chiedersi il perché questi fenomeni avvengono e perché avvengono ad un ritmo sempre più veloce.


Perché ci sia un salto di specie, con successiva diffusione del virus (epidemia o pandemia), c’è bisogno di almeno tre variabili importanti:

  1. Un virus geneticamente modificato;
  2. Un contatto ravvicinato fra le due specie, cioè, nel nostro caso, fra la specie tradizionale e l’uomo;
  3. Un popolazione umana suscettibile al nuovo virus.

Continueremo domani con l’analisi di “come nasce un virus geneticamente modificato”.

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